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D2 e D3: le differenze delle vecchie tariffe progressive

tariffa d2 e d3

Con la recente Riforma Tariffaria del 2017, le vecchie tariffe D2 e D3 sono state sostituite con la tariffa TD per i Servizi di Rete. Una misura introdotta per incentivare l’uso smart dell’energia e non per penalizzare chi consuma molta energia elettrica. In precedenza, infatti, le tariffe D2 e D3 prevedevano un corrispettivo variabile con un valore crescente in base ai consumi. In termini molto pratici, più si consumava e più si andava a pagare.

In questo modo, chi utilizzava molto la corrente elettronica andava a pagare bollette molto alte.

Tariffe D2 e D3: differenze

La tariffa D2 era valida solamente per gli utenti con residenza anagrafica e per una potenza impegnata limitata a 3 kW. Per i non residenti e per chi necessitava di una potenza impegnata superiore ai 3kW era prevista, invece, la tariffa D3 ancora più onerosa.

Trattandosi di tariffe progressive, risultavano convenienti solo a chi faceva un uso molto parco dell’energia elettrica. In caso contrario, i costi aumentavano di molto. Le tariffe D2 e D3 facevano parte dei Servizi di Rete che sono una delle voci più importanti nelle bollette. Per capire meglio come erano composte queste tariffe basti evidenziare che i Servizi di Rete erano caratterizzato da una base fissa, da un costo per ogni kWh di energia consumato e da una componente variabile, cioè dal costo dell’energia che aumentava in base ai consumi.

La volontà di penalizzare i consumi elevati era un retaggio del passato. Le tariffe D2 e D3 erano pensate, infatti, per la crisi energetica degli anni ’80. Si voleva, dunque, invitare le persone a fare un utilizzo parco ed intelligente dell’energia elettrica. Ma le cose sono ovviamente poi cambiate e pur se con molta calma nel 2014 è stata introdotta la tariffa D1 sperimentale volta a permette di evitare salassi a quelle persone che intendevano utilizzare la polpa di calore per scaldare la casa.

Il risultato finale di questa sperimentazione è la nuova tariffa TD in vigore per tutti dal 2018 che premia, invece, un utilizzo smart delle risorse energetiche per favorire l’utilizzo delle corrente per alimentare strumenti a basso impatto ambientale come, per esempio, le pompe di calore al posto delle inquinanti caldaie a gasolio o a metano. Si pensi anche a chi utilizza un’auto elettrica ed ha bisogno di ricaricarla in casa.

Nelle bollette, dunque, i consumatori italiani non troveranno più le diciture D2 e D3 ma unicamente la nuova tariffa TD che manda in pensione la tariffazione progressiva, incentivando, invece, gli alti consumi.

Sul mercato, comunque, esistono, grazie al mercato libero dell’energia, diverse soluzioni tariffarie che permettono di risparmiare grazie alla possibilità di scegliere servizi più adatti alle proprie esigenze.