Distacco dal riscaldamento centralizzato: tutto quello che c’è da sapere
Un condomino ha la facoltà di potersi staccare dall’impianto di riscaldamento centralizzato, tuttavia farlo non è così semplice. I vantaggi di poter disporre di un impianto di riscaldamento autonomo sono, in teoria, molti. Un condomino potrà decidere in piena autonomia gli orari di riscaldamento e la temperatura degli ambienti (anche se le valvole termostatiche, ora obbligatorie, svolgono in parte queste funzioni). Se chi abita nell’immobile fa una vita molto attiva e non è mai in casa potrà scegliere di accendere il riscaldamento solo in orari ben precisi della giornata per non sprecare energia. Dover sottostare alle regole di un impianto centralizzato significa dover tenere acceso il riscaldamento anche quando in teoria non servirebbe, con ovvi incrementi di spesa.
Tuttavia, i vantaggi a livello teorici sono molti, ma in pratica il risparmio non è così sensibile.
Distacco dal riscaldamento centralizzato: come fare
Il condomino può in ogni momento decidere di distaccarsi dall’impianto centralizzato e non avrà bisogno dell’approvazione dell’assemblea di condominio per poterlo fare. Tuttavia, pur distaccandosi, il condomino dovrà sempre corrispondere le spese di conservazione dell’impianto ed i costi di dispersione del calore. Questo perché, pur staccandosi dall’impianto, ne rimarrà sempre in parte proprietario ed un giorno potrebbe decidere di volersi ricollegare. Inoltre, dovrà pagare la dispersione del calore perché, comunque, si avvantaggerà del calore disperso indirettamente dai tubi del riscaldamento condominiale che passano all’interno dell’appartamento.
Per distaccarsi, anche se non c’è bisogno dell’approvazione dell’assemblea, l’operazione non deve portare un pesante squilibrio nel funzionamento dell’impianto e non deve portare un aggravio di spesa per tutti gli altri condomini. Se queste condizioni non si verificano, il condomino può procedere senza problemi al distacco.
Una recente pronuncia della Cassazione ha anche specificato che l’assemblea di condominio, pur non potendo bloccare i lavori di distacco, può imporre al proprietario di pagare una percentuale prefissata delle spese di gestione, ma solo in caso di regolamento approvato all’unanimità. I condomini, dunque, possono imporre un diverso criterio di ripartizione delle spese rispetto a quello previsto dalla legge e specificato poco sopra. L’approvazione, comunque, deve essere fatta all’unanimità.
Dunque, prima di effettuare il distacco è necessario scoprire se esista nel regolamento del condominio una qualche norma che imponga di pagare le spese dell’impianto di riscaldamento.
Ovviamente le spese di riscaldamento rimarranno solamente a carico di chi utilizza l’impianto centralizzato. Le spese che il condomino dovrà pagare, pur distaccandosi, sono solamente quelle relative alla conservazione e manutenzione dell’impianto.
Per accertare che l’intervento non provochi squilibri nell’impianto, il condomino dovrà fare svolgere una perizia tecnica che attesti l’assenza di problematiche.
A questo punto non rimarrà che effettuare il distacco vero e proprio che dovrà essere affidato ad un’azienda specializzata che installerà un impianto autonomo che risponda a tutte le normative previste dalla legge il cui costo varierà a seconda della potenza e degli oneri tecnici da assolvere. Il suggerimento, in tal senso, è quello di farsi effettuare uno o più preventivi per capire esattamente quanto potrebbero costare i lavori.
Immagine: Rachel Stelmach via Flickr