Fotovoltaico con accumulo ad idrogeno: pro e contro
Quando si parla di fotovoltaico con accumulo, normalmente si intende un impianto collegato ad una batteria che permetterà di accumulare l’energia in eccedenza prodotta che sarà poi utilizzata nei momenti di picco o nelle ore in cui l’energia prodotta è poca. Le batterie, però, non sono solamente l’unica tecnologia teoricamente utilizzabile per gli impianti fotovoltaici con accumulo.
Un’interessante alternativa è l’idrogeno. Non tutti sanno, infatti, che l’idrogeno è un buon mezzo per l’accumulo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ed è una buona soluzione per consentire una completa autosufficienza o quasi dalla rete di distribuzione, soprattutto nei casi di impieghi di potenza piccola, come nelle case.
Celle a combustive e fotovoltaico: pro e contro
L’immagazzinamento di energia elettrica nell’idrogeno prevede l’utilizzo di elettrolizzatori, lo stoccaggio in serbatoi specifici e la trasformazione in elettricità attraverso celle a combustibile.
Un impianto fotovoltaico con accumulo ad idrogeno sarà composto dall’impianto fotovoltaico standard, da un elettrolizzatore, da una cella a combustibile, da eventuali sistemi di backup come una batteria o un generatore diesel, da tutti gli apparati elettronici di gestione e da un sistema di monitoraggio.
In termini di produzione, un elettrolizzatore medio piccolo in grado di generare 170 litri di idrogeno all’ora, produrrà 1000 litri, cioè un metro cubo di gas ogni 6 ore circa. Con un metro cubo di gas è possibile fare molte cose come far funzionare per alcune ore la stufa a gas.
Le celle a combustibile ricaricate durante il giorno di idrogeno potranno essere utilizzate per creare energia elettrica durante la notte quando l’impianto fotovoltaico non è in grado di produrre energia elettrica. Grazie a questo sistema è possibile, potenzialmente, scollegarsi del tutto o quasi dalla rete elettrica nazionale.
Se l’elettrolizzatore è collegato all’impianto fotovoltaico, i suoi costi di funzionamento sono praticamente azzerati. In caso contrario, un elettrolizzatore può arrivare anche a consumare 1000 watt l’ora con un aggravio sensibile dei costi della bolletta. Questa tecnologia, dunque, sembra molto interessante, in realtà, per quanto estremamente semplice è molto meno matura ed economica rispetto alla classica soluzione a batteria. Inoltre, l’efficienza di un elettrolizzatore è molto bassa, tra il 50% ed il 67% seconda delle caratteristiche dell’impianto. Solo gli impianti industriali dispongono di un buon grado di efficienza anche se sempre più basso di quello degli impianti classici.
I costi, inoltre, sono molto più alti rispetto a quelli tradizionali. Tuttavia, se l’idrogeno, come tecnologia, dovesse prendere piede, soprattutto grazie al settore della mobilità, i prezzi degli impianti di accumulo ad idrogeno potrebbero calare sensibilmente.