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Prova di tenuta gas: cos'è e come viene fatta

prova di tenuta gas

La prova di tenuta gas per impianti nuovi o ristrutturati deve essere fatta obbligatoriamente. Secondo ciò che stabiliscono le norme UNI 7129 del 2008 e UNI 11137 del 2012, la prova è riservata a quegli impianti domestici che utilizzano apparecchi con una singola portata termica inferiore a 35 kW. Questa prova di tenuta è molto importante e deve essere eseguita prima che l’impianto stesso venga messo in servizio. Il suo scopo è quello di verificare che non ci siano perdite di gas. L’operazione riguarda anche i tubi non a vista. Per questi ultimi deve essere effettuata prima che vengano coperti. Ma vediamo in dettaglio come viene effettuata la prova di tenuta gas e quale strumento si usa per la prova di tenuta degli impianti a gas.

Prova di tenuta gas: quando è necessaria

Ci sono varie situazioni in cui è necessario seguire la prova di tenuta gas. È obbligatoria prima dell’attivazione della fornitura domestica. Deve essere eseguita in caso di riattivazione che segue ad un periodo di sospensione stabilito dalle autorità competenti o causato da una situazione di pericolo. La prova deve essere effettuata anche in caso di riattivazione della fornitura che è stata sospesa su richiesta del cliente.

Inoltre si rende obbligatoria anche nel caso della riattivazione della fornitura che viene sospesa in seguito a morosità. Un altro caso in cui si deve effettuare obbligatoriamente questa operazione riguarda la situazione di riattivazione della fornitura, quando viene sospesa per esigenze del distributore e quando questa situazione comporta la modifica dell’impianto.

Prova di tenuta gas: come viene fatta

Per effettuare la prova di tenuta ci si regola in base alla cosiddetta presa di pressione, che si ritrova in ogni impianto per il gas domestico. La presa di pressione è generalmente collocata dopo il rubinetto generale e dopo il contatore e viene utilizzata per misurare la pressione dell’impianto.

Attraverso la presa di pressione, vengono immessi nell’impianto dell’aria o un altro gas, fino a quando si raggiunge una pressione compresa tra i 100 mbar e i 150 mbar. Bisogna aspettare poi 15 minuti, per fare in modo che la pressione si stabilizzi. Si effettua una prima lettura utilizzando un manometro ad acqua o altri strumenti dello stesso genere. L’importante è che lo strumento utilizzato per la lettura abbia una sensibilità minima di 0,1 mbar.

Si aspettano poi altri 15 minuti, per poter effettuare una seconda lettura. In questo modo, operando un confronto tra i dati riscontrati la prima volta e quelli misurati la seconda volta, si può verificare se ci siano state delle cadute di pressione. Se queste ultime non si riscontrano, significa che la prova ha dato esito positivo.

Se invece ci si accorge che ci sono state delle cadute di pressione, tutto ciò può indicare che ci sono delle perdite nell’impianto. Queste devono essere eliminate, provvedendo alla sostituzione degli eventuali componenti difettosi. Dopo la riparazione si provvede alla ripetizione della prova di tenuta. L’installatore compila il modulo A/12, che viene rilasciato al cliente come attestazione della prova effettuata.