Tariffa D1, cos’è cambiato
Nel primo luglio del 2014 era nata la nuova tariffa D1 specificamente pensata per i clienti domestici che utilizzavano le pompe di calore come sistema unico di riscaldamento per l’abitazione in cui risiedevano. Rispetto alle tariffe D2 e D3 già in vigore, la nuova D1 prevedeva che il kWh fosse pagato sempre uguale, indipendentemente dal livello dei consumi.
Tariffa D1 per pompe di calore: le novità
Questa tariffa che era stata lanciata sperimentalmente nel 2014, era stata prorogata a tutto il 2016 ma dal 2017 molto è cambiato. Infatti, le tariffe D1, D2 e D3 sono state accorpate in un’unica tariffa TD, uguale per tutti i clienti domestici e variabile solamente in base alla potenza del contatore. Nello specifico, chi dal primo gennaio 2017 aveva aderito alla vecchia D1, pagherà la nuova tariffa TD non progressiva che sarà in vigore dal 2018. Tutti coloro che non fossero riusciti a richiedere la tariffa D1 si troveranno nella seconda fase di questa riforma tariffaria che prevede un calo degli oneri generali di sistema.
Per i servizi di rete è stata eliminata la progressività, tuttavia continua ad esistere la differenza tra clienti residenti e non residenti. Questa differenza si declina attraverso l’applicazione di una quota fissa per i non residenti e due scaglioni di progressività di consumo (sino a 1800 kWh all’anno e poi oltre questo valore).
Per esempio, nel 2017, se un cliente che abita in un appartamento di 80 mq consuma 5000 kWh all’anno (contatore da 4.5 kWh), se sarà riuscito ad aderire alla tariffa D1 avrà pagato meno di 1000 euro. Se il cliente non fosse riuscito a passare alla tariffa D1, avrà dovuto sborsare poco più di 1100 euro.
Dal 2018, in entrambi i casi si andrà a pagare meno di 1000 euro grazie alla nuova TD.
Da evidenziare che la tariffa D1 era richiedibile solamente se la pompa di calore per il riscaldamento era stata installata dopo il primo gennaio 2008. Questo dettaglio era molto importante perché per poter accedere alla tariffa D1 le pompe di calore dovevano rispettare alcuni requisiti prestazionali minimi.
La tariffa D1 era comunque conveniente solamente se l’abitazione consumava grandi quantità di energia elettrica a seguito dell’utilizzo della pompa di calore come unico sistema per il riscaldamento. La tariffa D1 era tranquillamente attivabile sui contratti di fornitura dell’energia legati al mercato a maggior tutela. Se il proprio fornitore apparteneva al mercato libero, era prima necessario verificare che avesse aderito al periodo di sperimentazione.
Oggi, comunque, è attiva la nuova tariffa TD che punta a spingere le persone ad utilizzare maggiormente l’energia elettrica, anche come sistema di riscaldamento, visto che premia soprattutto chi effettua consumi elevati.
Rimane sempre la possibilità di poter scegliere la potenza massima erogabile dal contatore ma anche in questo caso ci sono novità. Le utenze potranno richiedere aumenti contenuti sino a soli 0,5 kWh alla volta.
Da un certo punto di vista, la tariffa TD in vigore dal 2018 può dirsi figlia diretta della tariffa unica D1 che è stata applicata, così, a tutti quanti.